Anno 2006
Regia Edoardo Oliva
Interpreti Valeria Ferri e Edoardo Oliva
Nel febbraio del 1943, nella Germania nazista, Sophie Scholl e suo fratello Hans,i ventenni ispiratori del movimento “La rosa bianca” che si opponeva pacificamente alle atrocità del regime hitleriano, furono arrestati dalla Gestapo perché sospettati di aver distribuito volantini “eversivi” nell’Università di Monaco. Dopo alcuni giorni, riconosciuti colpevoli di alto tradimento, i fratelli Scholl furono decapitati insieme ad altri amici appartenenti al gruppo. Avevo circa dieci anni quando, sfogliando un vecchio libro di mio padre sul Terzo Reich, fui colpito da alcune foto di ragazzi, “II raggio di luce della Rosa Bianca”. Ma la mia attenzione fu subito catturata da una di esse, la più grande, la più abbagliante, la foto di Sophie. Era la foto di una ragazza assorta, distante, malinconica, radiosa, ardita… Per circa trent’anni quell’immagine mi ha accompagnato… dopo circa trent’anni quell’immagine è diventata “Sophie”. L’opera “Sophie” s’ispira liberamente alla vicenda storica della Rosa Bianca ed in particolare ai verbali dell’interrogatorio tra Mohr, un poliziotto della Gestapo, e Sophie Scholl. Ma trova la sua essenza drammaturgica più profonda nella contrapposizione, nello scontro incontro di due anime, quella Profana, ottusa, brutale, eppur fragile del poliziotto e quella Sacra, limpida, smarrita, eppur maestosamente solida della giovane Sophie. Vittima e carnefice danzano su una partitura di luci e tenebre, di suoni e stridori, di frastuoni e silenzi, sprofondano innalzandosi verso vette capovolte. Un viaggio claustrofobico di andata e ritorno verso un capolinea posto aldilà dei vivi, lontano, al tempo stesso, dalla Morte e purtuttavia legato immensamente alla Vita. Sophie, unica donna del gruppo, senza alcuna retorica, si erge nobile e coraggiosa sulla moltitudine miope dei “Mohr”. La stolta nuca dell’oppressore sarà per un attimo o per sempre percossa e raddrizzata dai colpi implacabili della Luce oppressa.