Anno 2007
Regia Ennio Tozzi
Interpreti zio Budini, Vincenzo Mambella e Edoardo Oliva
Tre personaggi. Un locale notturno anni ’60. La musica dell’epoca.
Erano queste le prime immagini che mi passarono davanti agli occhi per l’allestimento di “Storie di donne”, da un’idea di Edoardo Oliva. Cominciai a leggere racconti di autori vari sull’universo femminile e, prendendo a prestito alcuni di essi ed adattandoli secondo le mie esigenze, nasceva così il percorso narrativo dello spettacolo.
Un improbabile intrattenitore di un non specificato locale notturno degli anni ’60, attraverso il gioco del flashback, ricorda la vita di quel posto e degli amori che lì si consumarono. Amori passionali, amori ossessivi, amori sfuggevoli. Rievocazioni fugaci, ricordi sbiaditi di amori comunque intensamente vissuti dai tre protagonisti: un intrattenitore appunto, un cameriere ed un cliente.
Un incedere drammaturgicamente sconnesso, una storia che racconta tante storie, dai toni a volte spensierati, a volte focosi, proprio nel voler evidenziare il contraddittorio tormento amoroso dell’uomo nei confronti dell’altro sesso. Un modo anche per raccontare, attraverso le atmosfere degli anni ’60, l’intrigante e sottile fascino femminile, rassicurante e fatale al tempo stesso.
Quando penso allo spettacolo mi viene in mente una poesia di Pablo Neruda:
“Saprai che non t’amo e che t’amo / perché la vita è in due maniere / la parola è un’ala del silenzio / il fuoco ha una metà di freddo. / Io t’amo per cominciare ad amarti / per ricominciare l’infinito / per non cessare di amarti mai / e per questo non t’amo ancora. / T’amo e non t’amo come se avessi / nelle mie mani le chiavi della gioia / e un certo destino sventurato. / il mio amore ha due vite per amarti. / Per questo t’amo quando non t’amo / e per questo t’amo quando t’amo.”